La creazione di una nuova famiglia, anche di fatto, da parte dell’ex-coniuge provoca la revoca dell’assegno di mantenimento.
Perché la legge prevede che si debba versare l’assegno di mantenimento nei confronti dell’ex coniuge?
L’assegno di mantenimento intende tutelare il coniuge economicamente più debole. Lo scopo è di far mantenere a quest’ultimo le condizioni economiche e il tenore di vita esistente prima della cessazione del rapporto coniugale.
L’assegno di mantenimento a favore dell’ex coniuge andrà versato per sempre?
Quando mutano le condizioni economiche di uno o di entrambi i coniugi, l’assegno può essere modificato o addirittura revocato. Sarà compito del giudice verificare ed accertare il mutamento delle condizioni decidendo poi con sentenza.
E se l’ex coniuge ha una nuova convivenza?
La formazione di una nuova famiglia di fatto, da parte del coniuge divorziato, determina la perdita definitiva dell’assegno di mantenimento per il coniuge, ma non per i figli.Anche nel caso in cui la convivenza dell’ex coniuge finisca, l’assegno non sarà più dovuto, l’ex coniuge non potrà infatti chiedere che l’assegno gli venga versato nuovamente. La nuova relazione noncomporta dunque una semplice sospensione del diritto, ma la perdita definitiva.
Che caratteristiche deve avere la convivenza?
Perché cessi il diritto al mantenimento, l’ex coniuge deve convivere in modo stabile e continuo, “costituendo un modello di vita che di regola caratterizza la famiglia fondata sul matrimonio; basato su di una scelta libera e consapevole da parte del coniuge, eventualmente potenziata dalla nascita di figli” (Cass. n. 6855/2015).In questi casi la convivenza diventa una “famiglia di fatto”, e si spezza così ogni legame con il passato.
Con la sentenza 28778/2020 la corte di Cassazione è andata oltre affermando che è revocabile l’assegno di divorzio qualora l’ex coniuge beneficiario abbia una relazione stabile con un nuovo partner, pur senza convivere con quest’ ultimo. è pertanto sufficiente la sussistenza di una relazione stabile “pure caratterizzata da ufficialità nonché fondata sulla quotidiana frequentazione con periodi più o meno lunghi di piena ed effettiva convivenza.” Finendo in questo per attribuire una maggiore rilevanza alla solidità e alla continuità della relazione piuttosto che alla condivisione della medesima abitazione. Si tratta di una sentenza rivoluzionaria in quanto fino a quel momento la giurisprudenza prevalente era concorde nel ritenere che ai fini della revoca dell’assegno divorzile fosse indispensabile dimostrare la costituzione di una famiglia di fatto.
In ogni caso rimane inalterato quanto dovuto per il mantenimento dei figli.
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4 risposte
Buon pomeriggio avv. ho saputo solo ora dopo già 4 mesi che mia figlia lavora a tempo determinato di 6 mesi con paga 1000€ mensili . Posso fare ricorso in tribunale chiedendo L annullamento definitivo e chiedendo i 4 mesi di arretrato? E’plausibile questa cosa? Grazie del suggerimento
Buongiorno,
si può farlo.
Sugli arretrati non tutti i giudici decidono nello stesso modo.
A presto
Avv Cirri
Buon giorno avv. una gentilezza , sono divorziato verso mantenimento di 250€ per mio figlio 24 enne , adesso ho saputo che lavora con contratto a termine di 1 mese part time , la mia ex disoccupata non vuole che togli il mantenimento fino che almeno il figlio abbia un contratto di 6 mesi , il mio avv. mi ha consigliato di fare ricorso perché dice che ci sono i requisiti di indipendenza economica , cosa rischio se faccio il ricorso e mio figlio nel frattempo riceve un contratto decente e la mamma fa la disdetta del mantenimento? Grazie
Buongiorno,
la madre non può fare la “disdetta del mantenimento”.
Se il Collega che la segue le ha consigliato di procedere con il ricorso avrà valutato la situazione e, con documentazione alla mano, le avrà consigliato la soluzione a lei più confacente.
saluti
Avv. Lorenzo Cirri