Luglio 2, 2025

Separazione dei beni e conto corrente cointestato: procedure legali per la ripartizione delle somme dopo la fine del matrimonio

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Separazione dei beni e conto corrente cointestato: procedure legali per la ripartizione delle somme dopo la fine del matrimonio

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Nel diritto di famiglia italiano, la gestione patrimoniale rappresenta uno degli aspetti più complessi da affrontare durante le crisi coniugali. Il regime patrimoniale scelto dai coniugi al momento del matrimonio determina conseguenze rilevanti sulle future vicende economiche della coppia. La separazione dei beni e conto corrente cointestato costituisce una delle situazioni giuridiche più frequenti che richiede particolare attenzione. La normativa vigente (artt. 159-230 c.c.) stabilisce precisi meccanismi di tutela patrimoniale che ogni avvocato divorzio Pistoia deve conoscere approfonditamente. La giurisprudenza della Cassazione ha consolidato orientamenti interpretativi fondamentali per garantire l’equa ripartizione delle risorse finanziarie accumulate durante il matrimonio.

 

Divorzio e conto corrente: cosa accade al conto cointestato in caso di separazione

Quando una coppia decide di interrompere il proprio matrimonio, uno degli aspetti patrimoniali più delicati da gestire riguarda i conti correnti cointestati. La gestione di questi rapporti bancari rappresenta spesso un nodo cruciale nella definizione degli accordi di separazione.

Al momento della separazione legale, il conto corrente cointestato non viene automaticamente chiuso, ma resta nella disponibilità di entrambi i titolari fino a diversa disposizione. È importante sapere che, in assenza di specifici accordi, le somme depositate si presumono di proprietà di entrambi i coniugi in parti uguali. Questa presunzione deriva dall’applicazione degli articoli 1101 e 1298 del Codice Civile, che stabiliscono rispettivamente che “le quote dei partecipanti alla comunione si presumono uguali” e che “nei rapporti interni l’obbligazione si divide tra i diversi creditori”.

Con l’introduzione del divorzio breve, che ha ridotto i tempi necessari per ottenere lo scioglimento definitivo del matrimonio, diventa ancora più urgente definire rapidamente la sorte dei conti comuni. I coniugi hanno diverse opzioni: possono decidere di chiudere il conto dividendo equamente il saldo, trasformare il conto da cointestato a individuale (con il consenso dell’altro), oppure mantenere la cointestazione se vi sono ancora spese comuni da gestire, come quelle relative ai figli. In caso di disaccordo sulla divisione, è possibile rivolgersi al giudice che, nell’ambito dei procedimenti di separazione o divorzio, può adottare provvedimenti specifici riguardo alla gestione dei conti correnti.

È consigliabile, in ogni caso, regolare espressamente la questione negli accordi di separazione o nell’eventuale sentenza di divorzio, specificando tempi e modalità di ripartizione delle somme presenti sui conti comuni, per evitare conflitti futuri e tutelare adeguatamente i diritti patrimoniali di entrambi gli ex coniugi.

 

Separazione dei beni e conto corrente cointestato: modalità di divisione e tutela dai debiti

La divisione delle somme presenti su un conto corrente cointestato segue regole diverse a seconda del regime patrimoniale scelto dai coniugi. Nel caso della separazione dei beni, il principio generale della divisione in parti uguali può essere superato se uno dei coniugi riesce a dimostrare che i depositi derivano da somme di sua esclusiva proprietà.

Come stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 19115/2012, quando il conto è alimentato principalmente o esclusivamente dallo stipendio di un solo coniuge, quest’ultimo può rivendicare la proprietà delle somme versate, evitando così la divisione del saldo attivo. In caso di Separazione Consensuale Firenze, i coniugi possono stabilire di comune accordo come dividere le somme presenti sul conto cointestato, senza necessariamente attenersi alla regola della divisione in parti uguali.

Questi accordi devono essere inclusi nel verbale di separazione che, una volta omologato dal tribunale, diventa vincolante per entrambe le parti. Per quanto riguarda i debiti, la situazione varia notevolmente a seconda del regime patrimoniale. Nel regime di comunione dei beni, entrambi i coniugi sono responsabili in via solidale per i debiti contratti durante il matrimonio per i bisogni della famiglia.

Nel regime di separazione dei beni, invece, ciascun coniuge risponde solo dei debiti contratti personalmente. Tuttavia, esistono eccezioni importanti: i debiti contratti per i bisogni della famiglia comportano una responsabilità sussidiaria anche del coniuge non contraente. Per tutelarsi da eventuali debiti dell’ex coniuge, è fondamentale chiudere tempestivamente il conto cointestato o modificarne la titolarità. È anche possibile richiedere alla banca l’inserimento della clausola “a firme congiunte” per le operazioni di prelievo, in modo che sia necessario il consenso di entrambi i titolari per qualsiasi movimento di denaro.

Conto corrente cointestato e separazione dei beni: prelievi non autorizzati e rimedi legali

Nel contesto di una separazione tra coniugi, la gestione del conto corrente cointestato può diventare particolarmente problematica, soprattutto quando si verificano prelievi non autorizzati. È fondamentale chiarire che ciascun coniuge può prelevare liberamente la propria quota ideale del saldo, che in assenza di prova contraria corrisponde al 50% delle somme depositate.

Tuttavia, qualsiasi prelievo che superi questa quota senza l’autorizzazione dell’altro intestatario costituisce un’appropriazione indebita delle somme spettanti all’altro coniuge. In caso di separazione giudiziale, dove il conflitto tra i coniugi è particolarmente accentuato, il rischio di prelievi abusivi aumenta considerevolmente. I rimedi legali a disposizione del coniuge danneggiato sono diversi e includono innanzitutto la possibilità di chiedere al giudice il sequestro conservativo del conto corrente, impedendo così ulteriori prelievi fino alla definizione della controversia.

Questa misura cautelare è particolarmente indicata nelle fasi iniziali della separazione, quando ancora non sono stati stabiliti i provvedimenti definitivi. Il coniuge che ha subito prelievi indebiti può inoltre avviare un’azione di restituzione delle somme indebitamente prelevate. È importante sottolineare che sulle somme da restituire maturano interessi legali che, come stabilito dalla giurisprudenza, vengono conteggiati dalla data della domanda giudiziale e non dal momento del prelievo.

In situazioni particolarmente gravi, il prelievo indebito potrebbe configurare il reato di appropriazione indebita, esponendo il coniuge che ha effettuato il prelievo a conseguenze penali oltre che civili. Per prevenire queste situazioni, è consigliabile modificare tempestivamente le condizioni di operatività del conto, richiedendo alla banca che le operazioni possano essere effettuate solo con la firma congiunta di entrambi i titolari, almeno fino alla definizione degli accordi di separazione.

 

Regime di separazione dei beni e conto corrente cointestato: limiti alla comunione delle somme

Il regime di separazione dei beni influisce significativamente sulla gestione e divisione del conto corrente cointestato in caso di crisi matrimoniale. Contrariamente a quanto molti credono, non tutte le somme presenti su un conto cointestato sono necessariamente da dividere in parti uguali. La legge stabilisce importanti limiti alla comunione delle somme, riconoscendo l’esistenza di denaro “personalissimo” che rimane di esclusiva proprietà del singolo coniuge anche se depositato su un conto comune.

Attraverso la negoziazione assistita, procedura che consente di raggiungere accordi di separazione e divorzio senza ricorrere al tribunale, i coniugi possono definire dettagliatamente la divisione delle somme presenti sul conto cointestato, tenendo conto della reale provenienza del denaro. In questo contesto, il ruolo dell’avvocato matrimonialista Pistoia diventa cruciale per identificare correttamente quali somme siano effettivamente comuni e quali appartengano esclusivamente a uno dei coniugi.

Le somme che non entrano mai in comunione, nemmeno in caso di regime di comunione dei beni, includono quelle derivanti da eredità o donazioni, risarcimenti per danni personali, pensioni di invalidità e altre somme di carattere strettamente personale. Per far valere la proprietà esclusiva di queste somme, il coniuge interessato deve fornire prove documentali della loro provenienza, come stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 1197/2006.

In caso di controversia sulla proprietà delle somme, il giudice valuterà elementi come gli estratti conto, le ricevute di versamento e altre evidenze che dimostrino l’origine del denaro. È importante sottolineare che la separazione dei beni e conto corrente cointestato rappresentano due istituti giuridici distinti che possono coesistere: la scelta del regime di separazione dei beni non impedisce ai coniugi di aprire e mantenere conti correnti cointestati, ma influisce significativamente sui criteri di attribuzione della proprietà delle somme in essi depositate.

 

9 risposte

  1. Buongiorno. La mia ex moglie si è trasferita per lavoro portandosi con se i bambini. Le spese per il viaggio per andare a vedere i miei figli sono ha mio carico? Abito a Catania e lei si è trasferita a Piacenza. Grazie

    1. Buongiorno,
      spero lo abbia fatto col suo consenso.
      Circa le condizioni economiche vanno tutte ridefinite, assegni, spese extra, e anche le spese di viaggio.
      Non possono rimanere quelle di prima….

  2. Cosa può portare per i figli quando due genitori sono mesi che rimangono separati in casa.A livello psicologico per i figli e positivo?Sentendo spesso i genitori che litigano e vedono il padre che rimane fuori a dormire con un’altra donna!

    1. Buongiorno,
      per questa dimanda dovrebbe sentire uno psicologo.
      A presto
      Avv Cirri

  3. Buonasera e scusate, in caso di separazione in comunione di beni come nel mio caso, ed ho il conto corrente cointestato, ma solo io ho lavorato e tuttora lavoro, spetta la meta’ anche alla ex moglie anche se non ha mai lavorato, e tutti i soldi che si trovano quindi sul conto corrrente sono versati da me?

  4. Salve, ho un conto cointestato con mio marito, (sposati in separazione dei beni) e siamo in fase di separazione. Sul conto transita un finanziamento di mutuo dove ho prestato garanzia fideiussoria per l’acquisto di un immobiliare a lui intestato al 100%. Ho chiesto a mio marito di esonerarmi dalla fideiussione prestata, ma lui non vuole ottemperare. Data la situazione in essere, mi chiedo se posso vantare diritti sull’immobile di cui al finanziamento summenzionato. Come posso garantirmi ove dovessero sopravvenire rate non pagate? Premetto che il conto è tutt’ora utilizzato per i pagamenti di un’altro finanziamento, e con ulteriore mia garanzia fideiussoria attiva. Grazie per la cortesia che vorrà accordarmi. Cordialmente Monica Adriana Scuderi

    1. Buonasera.
      Togliere fideiussioni non sempre è concesso dalle banche.
      Di solito chiedono altre garanzie.
      Ad ogni modo la
      Mera fideiussione non le conferisce diritto sull’immobile.
      Mi spiace.
      Grazie per aver scritto.
      Lorenzo

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Luglio 2, 2025
Cateogoria

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