Maggio 19, 2025

Abbandono del tetto coniugale (VIDEO)

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Nel diritto di famiglia italiano, gli obblighi matrimoniali costituiscono la struttura fondamentale del rapporto coniugale, come stabilito dagli articoli 143 e seguenti del Codice Civile. La violazione di tali obblighi può comportare significative conseguenze legali che richiedono l’intervento di uno studio legale Firenze specializzato. Tra le situazioni più complesse figura l’abbandono del tetto coniugale, fenomeno che si colloca all’intersezione tra diritti individuali e doveri familiari. La giurisprudenza in materia ha subito un’evoluzione sostanziale negli ultimi decenni, riflettendo i cambiamenti della società contemporanea e la nuova concezione dei rapporti familiari, sempre più orientata verso l’equilibrio tra responsabilità condivise e autonomia personale.

Abbandono del tetto coniugale: definizione e conseguenze legali

L’abbandono del tetto coniugale rappresenta una situazione giuridicamente rilevante che si verifica quando uno dei coniugi, indipendentemente dalla presenza di figli, decide di lasciare l’abitazione familiare, interrompendo così la coabitazione matrimoniale prevista dalla legge. Questo allontanamento costituisce una manifestazione di volontà che può, in determinate circostanze, non comportare conseguenze legali negative per chi lo attua.

In particolare, quando la relazione coniugale risulta già gravemente e irrimediabilmente compromessa prima dell’allontanamento, l’obbligo di convivenza può considerarsi legittimamente interrotto. Il diritto di famiglia prevede che, in caso di contestazione, spetti al coniuge che ha abbandonato la casa l’onere della prova circa l’esistenza di una precedente situazione di crisi matrimoniale.

Questo significa che il coniuge dovrà dimostrare in sede giudiziale che il matrimonio era già deteriorato e che l’abbandono del tetto coniugale è stato solo la conseguenza, e non la causa, della rottura del legame affettivo. Tale dimostrazione risulta fondamentale per evitare che l’allontanamento possa essere considerato come unica causa della separazione, con possibili ripercussioni negative in termini di addebito e relative conseguenze economiche.

Abbandono tetto coniugale: effetti nella procedura di separazione

Quando si verifica l’abbandono del tetto coniugale, questo comporta conseguenze significative nell’ambito della procedura di separazione. L’allontanamento dall’abitazione familiare configura una violazione dell’obbligo di coabitazione imposto dal vincolo matrimoniale, potendo così determinare una separazione con addebito, ovvero l’attribuzione della responsabilità della rottura matrimoniale al coniuge che si è allontanato.

Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che esistono situazioni in cui tale condotta non comporta conseguenze negative. L’addebito viene infatti escluso quando il coniuge che ha lasciato la casa riesce a dimostrare in sede giudiziale circostanze specifiche: che l’abbandono sia stato una reazione necessaria al comportamento pregiudizievole dell’altro coniuge, oppure che la convivenza fosse già divenuta intollerabile prima dell’allontanamento.

In presenza di una domanda di addebito, l’onere probatorio ricade sul coniuge che ha abbandonato la casa, il quale deve fornire elementi concreti che giustifichino la propria condotta. È importante sottolineare che la Corte di Cassazione ha più volte riconosciuto che anche la semplice e comprovata disaffezione matrimoniale può costituire una valida giustificazione, purché sia adeguatamente dimostrata. Questa interpretazione evidenzia come il sistema giuridico valuti non solo il comportamento materiale ma anche il contesto emotivo e relazionale in cui esso si inserisce.

Abbandonare il tetto coniugale: casi in cui è legalmente giustificato

L’abbandono del tetto coniugale non comporta sempre conseguenze negative durante una separazione giudiziale. Esistono infatti circostanze in cui tale condotta è ritenuta legalmente giustificata. In questi casi, un avvocato divorzista Prato può efficacemente sostenere che l’allontanamento non costituisce violazione degli obblighi matrimoniali. Le principali situazioni che legittimano l’abbandono sono:

  • Tutela dell’incolumità personale: quando l’allontanamento avviene per proteggere sé stessi da comportamenti violenti o abusi fisici o psicologici perpetrati dal coniuge. La giurisprudenza riconosce il diritto di salvaguardare la propria integrità.
  • Infedeltà del partner: la violazione dell’obbligo di fedeltà da parte dell’altro coniuge può giustificare l’abbandono, specialmente se l’infedeltà è reiterata o particolarmente lesiva.
  • Interferenze familiari: l’invadenza dei parenti che compromette gravemente la serenità della vita matrimoniale costituisce valido motivo di allontanamento.
  • Problemi di intimità: la mancanza di intesa sessuale protratta nel tempo può rendere legittimo l’abbandono, se costituisce causa di sofferenza psicologica.
  • Atteggiamenti autoritari: il comportamento dispotico che limita la libertà personale o impone decisioni unilaterali giustifica l’allontanamento.
  • Procedimenti legali avviati: dal momento della presentazione di una domanda di separazione, annullamento o divorzio, l’abbandono è pienamente legittimo, senza necessità di attendere autorizzazioni giudiziali.

Abbandono del tetto coniugale: quando conviene chiedere l’addebito?

Bisogna valutare con attenzione (con un legale di fiducia) l’opportunità di intraprendere una causa per abbandono del tetto coniugale con richiesta di addebito della separazione, in quanto oltre a trattarsi di un giudizio lungo e costoso non sempre porta ai risultati sperati. Infatti, bisognerebbe dare prova certa e concreta della violazione dell’obbligo di fedeltà, di assistenza morale e materiale nell’interesse della famiglia previsto dalla legge e dimostrare che tali condotte siano state cause determinanti dell’abbandono del coniuge. All’esito del giudizio, se il giudice riterrà tali circostanze provate potrebbe, infatti, pronunciare la separazione senza attribuire al coniuge che ha compiuto questo gesto, alcun addebito.

Pertanto il coniuge che durante la causa di separazione voglia ottenere a carico dell’altro l’addebito per via dell’abbandono della casa familiare deve riuscire a dimostrare che il detto allontanamento sia stato la causa scatenante della crisi di coppia, quindi, se tale prova manca l’addebito non può scattare (Corte d’Appello di Roma sent. 2991/2016).

Abbandono di tetto coniugale: diritti sulla casa e sul mantenimento

Inizialmente la legge dava una risposta negativa a questa domanda e quindi la moglie nel caso in cui avesse abbandonato il tetto coniugale non avrebbe avuto diritto alla casa familiare e all’assegno di mantenimento. Tuttavia la recentissima giurisprudenza di Cassazione ha cambiato orientamento. La sentenza 21272 del 28 agosto 2018 ha, infatti, dato ragione ad una madre che si era allontanata dalla casa coniugale, portando peraltro con sé i due figli. Infatti è stato proprio tale fattore (il fatto cioè che la coppia avesse figli) a far si che alla moglie venisse affidata la casa familiare e ha disposto un assegno di mantenimento per gli stessi, a prescindere da un eventuale addebito. Infatti, la Corte ha precisato che “ i figli hanno la legittima aspirazione di conservare, almeno tendenzialmente, il tenore di vita goduto prima della separazione e quindi di disporre di una casa adeguata in cui risiede insieme alla madre”.

 

6 risposte

  1. Buongiorno,
    Io mi trovo in una situazione molto critica.
    Mi sono sposata con la mia moglie nel 2012 e abbiamo vissuto nella mansarda di proprietà di mio suocero ( tengo a precisare che i miei suoceri e anche mia moglie sono moolto benestanti).
    Nel 2014, partendo dalla una idea mia (la quale tutti mi hanno dato del matto) mia moglie aiutata finanziariamente anche da i miei suoceri, a comprato questo appartamento senza coinvolgermi, (senza parlarmi come farebbe una coppia normale) dicendomi che voglieva essere una sorpresa x me, invece io avrei voluto essere partecipe anche io con quel poco che avevo, voglievo una casa nostra non una casa loro.
    Comunque visto che l’appartamento era malmesso (praticamente tutto da resturare) ho preso l’iniziativa per ristturturarlo con gli mie pochi soldi che avevo a disposizione e visto che sono anche di mestiere, sapendo che in realtà non era a mio nome però io così li voglievo dimostrare che non m’interessa i suoi soldi o i suoi beni. Per me era solo amore e nient’altro.
    Nel 2015 e nato il nostro figlio. Dopo tantissimi anni di mio lavoro e fatica siamo riusciti an entrare in questa casa nel frattempo il nostro rapporto e diventato ogni giorno che passava sempre più freddo fino nel giorno che mia detto che non sente niente x me. Io sospettavo qualcosa che lei mi tradiva però non avevo delle prove fin quando me la detto lei chiaramente. Lei mi ha chiesto di abbandonare la casa perché e sua e perché abbiamo la separazione dei beni.
    Mi aveva chiesto la separazione consenziente che io non ho accettato. Adesso io mi trovo senza nulla e mi a minacciato che mi farà pagare anche l’affitto per tutti questi anni che abbiamo convissuto e che non mi farà vedere neanche il figlio. E vero che tutte le fatture per i lavori fatti in casa tipo l’idraulico, elettricista, serramenti sono tutti a suo nome, io praticamente non risultò da nessuna parte per la manodopera e tante altre cose che ho comprato con i soldi miei.
    Lei officialme mi a detta che a un’altro compagno, si vedono regolarmente sempre da lui e tutto questo tempo il figlio rimane con me.
    Cosa posso fare visto che lei mi vuole cacciare di casa? Io rimango praticamente nudo. Mi rimane solo il lavoro che mi l’ho devo tenere stretto. Io gli avevo detto che io non faccio nulla, non vado via di casa, non accetto la separazione consensuale e non intendo di fare io primo passo in questa direzione.
    Sono consapevole che non c’è più niente da fare per recuperare il nostro rapporto però avrei bisogno di qualche consiglio nel caso che lei farà partire ” la guerra “.
    Io non vado via di casa perché voglio e devo stare vicino a mio figlio.
    Grazie!

    1. Buongiorno
      Purtroppo se la signora vuole separarsi non glielo si può impedire.
      Consensualmente o giudizialmente dovrà lasciare la casa.
      Il figlio lo terrà con se nei giorni in cui le spetta (anche 15 notti al mese).
      Da dove mi scrive?
      Avv. Cirri

  2. Buongiorno sposata da 3 mesi, per via di tantissime loro stavo per andarmene via di casa senza mio figlio di un anno .
    Dicendolo ai miei mi hanno detto di tornare subito indietro perché sarebbe stato abbondono del tetto coniugale e potrebbero portarmi via il bambino. È vero ?

    1. Buongiorno
      No. L’abbandono del tetto coniugale non esiste da una vita come reato.
      Forse è meglio se si affida a un avvocato piuttosto che ai parenti.
      Da dove mi scrive?
      Lorenzo

  3. Buongiorno
    Sono sposata da quasi 1 anno dopo 9 anni di convivenza con alti e bassi …
    Nostro rapporto non funziona più non amo più mio marito..
    Abbiamo una figlia di 9 anni..
    Non ho un lavoro fisso.
    Come posso procedere?

    1. Buonasera,
      non à giusto forse ma purtroppo si deve seguire quello che dice il provvedimento di separazione o divorzio.
      Cosa dice il provvedimento?
      Grazie per avermi scritto.
      Lorenzo

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Maggio 19, 2025
Cateogoria

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