I figli maggiorenni hanno diritto al mantenimento, inteso come insieme dei mezzi di sostentamento e dei mezzi necessari a soddisfare il diritto allo studio e alla istruzione, nel rispetto – come impone l’art. 315-bis c.c. – delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni dei figli (Cass. civ. Sez. I, 10 luglio 2013, n. 17089).
L’art. 337-septies c.c. ribadisce un primo presupposto del diritto al mantenimento e cioè il principio che il mantenimento del figlio maggiorenne è subordinato alla circostanza che egli sia “non indipendente economicamente”. Il che vuol dire che il diritto al mantenimento sussiste per il figlio maggiorenne solo finché egli non sia autosufficiente economicamente, e cioè fin quando non sia in grado di potersi garantire da solo il sostentamento e la soddisfazione dei principali bisogni della vita confacenti alla sua condizione sociale.
Quando e come termina l’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni?
Ogni valutazione sul diritto al mantenimento e sulla sua quantificazione è complessa e deve essere valutata dal giudice caso per caso.
La valutazione sulla condizione di dipendenza o indipendenza economica del figlio non è, però, l’unica che il giudice deve valutare. Infatti egli dovrà anche valutare se il figlio sia disoccupato per sua colpa o meno.
A conferma la Cassazione ha affermato, infatti, il giudice di merito deve valutare con insindacabile apprezzamento, caso per caso e con criteri di rigore proporzionalmente crescenti in rapporto all’età dei beneficiari, le circostanze che giustificano il permanere dell’obbligo di mantenimento, poiché tale obbligo non può prolungarsi oltre ragionevoli limiti di tempo e di misura(cfr. Cass. Civ. n. 12952/2016).
É necessario domandarsi dopo quanto tempo cessa il diritto al mantenimento?
L’obbligo gravante sui genitori di concorrere al mantenimento del figlio persiste finché il genitore o i genitori interessati non dimostrino che il figlio ha raggiunto l’indipendenza economica, ovvero è stato da loro posto nelle concrete condizioni per essere autosufficiente.
La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo dei genitori non può protrarsi in eterno e pertanto esso trova il suo limite allorché il figlio risulti avviato ad una attività lavorativa la quale, interrompe “il legame e la dipendenza morale e materiale con la famiglia d’origine”. (Cfr.Cass. civ. Sez. II, 7 luglio 2004, n. 12477 eCass. civ. Sez. I, 22 novembre 2010, n. 23590)
Infatti, il mantenimento del figlio maggiorenne è da escludersi, ove questi abbia iniziato ad espletare un’attività lavorativa, dimostrando, quindi, il raggiungimento di una adeguata capacità, senza che possa rilevare la sopravvenienza di circostanze ulteriori che, pur determinando l’effetto di renderlo momentaneamente privo di sostentamento economico, non possono far risorgere un obbligo di mantenimento, i cui presupposti erano già venuti meno. Semmai potrebbe sorgere per il genitore un dovere alimentare, che si fonda peraltro su presupposti del tutto differenti.(Cass. civ. Sez. VI, 27 gennaio 2014, n. 1585 ).
Ed ancora la recente giurisprudenza di legittimità ritiene che una volta raggiunta un’adeguata capacità lavorativa, e quindi l’indipendenza economica, la successiva perdita dell’occupazione non comporta la reviviscenza dell’obbligo del genitore al mantenimento (Cass. Civ. n. 6509/2017).
L’assegno di mantenimento va corrisposto direttamente al figlio maggiorenne o al genitore con cui egli convive?
L’assegno può essere corrisposto al genitore con cui il figlio convive e pertanto quindi tale contributo può essere richiesto tanto dal figlio maggiorenne quanto dal genitore con esso convivente.
La domanda giudiziale per la modifica del beneficiario l’assegno di mantenimento da chi può essere proposta?
Curioso come la legge preveda che il genitore che versa l’assegno non può proporre domanda di modifica del soggetto in cui favore viene versato. Ne consegue che, ad esempio, il padre obbligato a versare il mantenimento non può presentare domanda al giudice affinché preveda che l’assegno sia versato non più alla madre ma direttamente al figlio.
Per maggiori approfondimenti consultare i seguenti ARTICOLI:
Quando dare direttamente l’assegno di mantenimento ai figli?
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La Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori
Ripartizione spese dei figli: schema completo delle spese ordinarie e straordinarie.
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7 risposte
Bel racconto di fantascienza..
Buonasera…..posso aiutarla?
Buongiorno, mia figlia ha finito 5 superiore quando aveva 19 anni senza che sia bocciata, dal età di 18 ani non ha ricevuto più aseni familiare da INPS almeno per 1 anno da 18 a 19 quando ha finito la scuola, grazie.
Buonasera,
Ho questo problema. Il mio compagno con cui ho vissuto 25 anni ci ha abbandonato ( con due figli 12 e 23) tutti i due studenti.
Io senza un lavoro.
È stata stabilita la sentenza che deve pagare un assegno e più tutte le spese finché io non trovo un lavoro stabile
Dopo due mesi dalla sentenza ha iniziato a pagare la metà dell’assegno e nemmeno le spese extra. Sono passati quasi 2 anni ho dovuto svendere tutto che avevo per vivere. Ora abbiamo richiesto il precetto e poi vogliamo chiedere il decreto ingiuntivo per tutte le spese.
Solo che lui ha tirato fuori tutto dal conto corrente e risulta vuoto. Cosa devo fare?? Sono sicura che aveva una bella somma e pur non pagare ai figli preferiva prendersene i soldi..appena ha saputo che abbiamo fatto una notifica..
Buongiorno
Quello che sta facendo il solleva che la assiste va bene.
E comunque deve sentire lui perché non posso esprimere pareri sul lavoro altrui …
Volendo c’è anche la querela.
Avv. Cirri
Buongiorno, chiedevo se posso chiedere alla mia ex il 50% delle spese x ogni volta che vado a prendere mia figlia minorenne ,io vivo in sicilia e loro al nord .
Sulla carta ho la dicitura spese straordinarie
Buonasera,
a meno che non sia stabilito diversamente nel vostro provvedimento sono spese che sono a carico di chi li sostiene.
Grazie per aver scritto.
Lorenzo